Intervista alle Volontarie

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L’intervista alle Volontarie della Fondazione De Marchi

Un gruppo di persone, ognuna con la sua storia, ognuna portando la propria esperienza.

Non si conoscevano, le ha unite un’idea in comune: fare qualche cosa per gli altri e forse dare un nuovo significato alle proprie azioni.

Sono tutte signore e ora stanno facendo qualche cosa di straordinario. Sono le volontarie della Fondazione G. e D. De Marchi.

Sono andato a trovarle nel loro ufficio, è ricavato in un prefabbricato nel cortile interno della Clinica de Marchi. Prima della ristrutturazione avevano uno spazio all’interno della Clinica, poi hanno spostato il loro ufficio all’esterno per non togliere spazio ai giovani pazienti . Loro sono fatte così.

Avevo pensato di presentarle una per una in queste pagine, loro non hanno però voluto, mi hanno chiesto la cortesia di lasciarle nell’anonimato. Loro sono fatte così.

Sembra che tante cose le accomunino ma invece sono giunte in Fondazione ognuna seguendo la propria strada. Una strada iniziata, per le veterane del gruppo, oltre 15 anni fa.

Alcune di loro hanno scelto di dedicarsi al volontariato al termine o in vece del loro percorso professionale, altre dopo una vita passata a prendersi cura della propria famiglia.

A un certo punto in tutte è sopraggiunto il desiderio di dedicarsi a qualche cosa di veramente importante, di mettersi al servizio degli altri. Per alcune è diventato un appuntamento quotidiano, altre invece prestano il loro aiuto solo qualche giorno alla settimana, magari conciliandolo con gli impegni della famiglia o ritagliandoselo dai propri impegni lavorativi.

Proprio dal loro lavoro, passato o attuale, le volontarie hanno potuto portare in Fondazione le professionalità o comunque le predisposizioni che avevano acquisito in precedenza; magari arricchendole con nuovi corsi di formazione al fine di poter dare sempre maggior supporto alla Clinica De Marchi.

E’ il caso di una volontaria che dopo 35 anni di lavoro presso l’azienda di ristorazione della propria famiglia ha deciso di iniziare una nuova vita. Una nuova vita che l’ha portata a entrare in Fondazione e, grazie all’esperienza maturata nei quotidiani rapporti con la propria clientela ha pensato di poter offrire il suo contributo stando accanto ai giovani pazienti, relazionandosi con loro, ascoltandoli e aiutandoli nei loro piccoli e grandi problemi quotidiani, in Clinica come a scuola. Per far questo nel migliore dei modi ha deciso di seguire una serie di corsi di formazioni e di seminari di psicologia per imparare a relazionarsi al meglio con i pazienti della Clinica. Ora, dopo tanti anni, si chiede se è stata lei a scegliere quel lavoro o sono stati i giovani bambini a scegliere lei. Se è lei che sta aiutando i suoi ragazzi o se sono loro che stanno arricchendola.

Si può però portare il proprio aiuto anche senza un quotidiano rapporto con  i giovani pazienti. E’ il caso di una volontaria che accanto al proprio impegno nell’azienda di famiglia, seguendo la via dettatale dal cuore e presentata da comuni amici ha scelto di portare il proprio contributo in Fondazione. Un contributo che viene svolto lontano dai pazienti della De Marchi ma sempre mirato a garantire loro il migliore sostegno. Di grande importanza infatti è la sua attività mirata a seguire i bandi e le scadenze legislative che possono garantire alla fondazione contributi aggiuntivi.

Se per tante volontarie la decisione di dedicarsi agli altri è stata una scelta maturata interiormente e sbocciata senza cause dirette, nel caso di un’altra volontaria questa scelta è maturata quando, durante una dolorosa esperienza personale, è venuta direttamente a contatto con il mondo del volontariato. In quell’occasione ha conosciuto una realtà fino ad allora ignorata, una realtà fatta di persone che senza chiedere nulla in cambio si dedicavano ad aiutare chi più ne aveva bisogno. Non appena è stato possibile ha perciò deciso di portare lei stessa aiuto a chi ne aveva bisogno, è così entrata in Fondazione De Marchi. Ora il suo compito in Fondazione è organizzare eventi e curare le relazioni pubbliche facendosi direttamente promotrice dell’importanza dell’attività svolta dal volontariato e più in particolare dalla Fondazione De Marchi.

Se ora in Fondazione lavorano tante volontarie, ognuna con il proprio compito, una volta non era così. All’inizio, più di quindici anni fa, poche volontarie svolgevano tanti diversi compiti.

La prima che giunse in De Marchi fino a quel giorno aveva fatto la casalinga. Poi decise di cambiare la sua vita, in De Marchi c’era tanto da fare, era tutto da costruire e ricorda che si lavorava tantissimo. Iniziò a seguire le donazioni dei tanti sostenitori che mese dopo mese, giorno dopo giorno aumentavano sempre di più, e con esse la possibilità di aiutare i giovani pazienti della Clinica. Si organizzò per inviare lettere ai sostenitori, per scrivere i ringraziamenti.

E’ stata un’esperienza magnifica, poi sono arrivati i nipoti, problemi in famiglia. Il tempo a disposizione diminuiva, ha anche pensato di smettere di lavorare in fondazione. Poi non c’è riuscita: sarebbe stato un dolore troppo grande non poter più portare il suo contributo alla Fondazione e ai giovani pazienti della Cinica De Marchi.

Poco dopo è giunta in Fondazione De Marchi la seconda volontaria, parliamo sempre di quindici anni fa. Aveva smesso di lavorare da un anno. Era impiegata nel settore finanziario ma forse cercava qualche cosa che desse più sostanza alla sua vita. Questa sua ricerca la portò ad arrivare in Fondazione De Marchi. Fra medici, infermieri, giovani pazienti e genitori si mise subito al lavoro, scoprì che in fondo quello che aveva imparato in tanti anni di lavoro poteva essere di grande aiuto anche lì. Da allora il suo compito è di gestire la contabilità della fondazione De Marchi. Un lavoro che potrebbe apparire lontano dall’idea di volontariato accanto alle persone che soffrono; ma lei sa che anche grazie al suo impegno la Fondazione in tutti questi anni ha potuto portare il suo aiuto alla Clinica De Marchi e ai suoi giovani pazienti. Un lavoro che da allora ha riempito la sua vita di nuove motivazioni.

Ogni giorno passato accanto a quei bambini rende più ricchi coloro che gli stanno vicini. La speranza è che sempre più persone sentano il desiderio di partecipare a questa ricchezza.

Francesco Iandola